Elisa Cappelli (Filo Fluido) intervista Marco Ottolini ed Elisa Campoverde (Compagnia CampoverdeOttolini)
Abbiamo fatto tanto per capire come poter realizzare un’intervista video con i km di mezzo, le chat di Fb, gli editing di possibili video e almeno 3 progetti a testa cui stiamo lavorando. Poi, a bocce, testicoli, tette e natiche ferme e dopo il fatidico idratante bicchier d’acqua, ecco la svolta: facciamo un’intervista come un’intervista, fine, punto. Eccola qui.
A prescindere dalla vostra volontà (volontà che forzeremo con dolcezza) di andare a vedere Di A Da (in scena dal 5 al 10 ottobre presso il teatro i di Milano), potreste trovare risposte alle domande che vi siete fatti ieri sera prima di addormentarvi, per esempio
Il centro potente del cosmo interiore ha una sede fisica nel corpo o girella tra gli organi?
Girella tra cuore, ment(r)e e ventre ma non disdegna neanche gli altri organi.
Ci si accorge di sé e ci si ricorda della propria esistenza quando si è davanti allo specchio, quando si mangia o quando si fa sesso?
L’attimo dopo che succedono tutte queste cose.
L’amore cosa muove?
Sé.
In 11 parole descrivete il potere.
Il momento illusorio in cui si agisce o si viene agiti.
Siete responsabili (abili di responso) della bellezza dello spettacolo Di A Da che avrà luogo a Milano dal 5 al 10 ottobre presso il teatro i di Milano?
Certo, siamo responsabilissimi. Ma l’atto scenico è fatto anche dalla bellezza nello sguardo del pubblico. La scena, per noi, è un continuo dialogo.
Cosa avete scoperto l’una dell’altro mentre creavate questo spettacolo?
I nostri immaginari diversi ma complementari.
Potete dire qualcosa ai lettori che li disilluda?
Troverete tante zone buie, sia nella vita che nel nostro spettacolo.
E qualcosa che li incoraggi?
Che c’è sempre una luce, anche se sembra una frase banale.
Ha senso ringraziare alla fine di un’intervista?
Certo. Chi ti ascolta è chi ti ha dato la possibilità di esprimere il tuo pensiero. Anche se con poche righe. Quindi grazie.